Il gioco del Lotto e la smorfia napoletana sono spesso associati a Napoli, che è forse la città più superstiziosa del mondo: qui infatti fervore religioso e superstizione spesso si mescolano. Il capoluogo partenopeo ha introdotto il gioco del Lotto alla fine del Seicento, tardivamente rispetto ad esempio a Venezia (in cui esisteva già fin dal 1590) o ad altri paesi come ad esempio la Francia (in cui il Lotto era conosciuto già nel 1539).
Osteggiato dalla Chiesa e dalla religione ufficiale come fonte di vizio e additato come gioco del diavolo dal momento che portava spesso alla rovina, il Lotto di fatto ben presto divenne una sorta di religione popolare praticata da ricchi e poveri allo stesso tempo. Non solo i sacerdoti, ma anche alcuni intellettuali criticarono la diffusione del gioco del Lotto: la scrittrice Matilde Serao, ad esempio, nei suoi libri descrive la rovina causata da questo gioco.
Il gioco del Lotto si basa sui numeri e la smorfia napoletana non è altro che un manuale che offre la possibilità di convertire il mondo in numeri per poi poterli giocare per l’appunto al Lotto. Secondo la diceria popolare, le anime in pena conoscono il futuro e hanno il potere di farlo conoscere attraverso i sogni e qui entra in gioco la smorfia napoletana che non è altro che il libro dell’interpretazione dei sogni.
La smorfia napoletana contiene numeri per tutto: qualunque cosa voi sogniate la ritroverete sotto forma di numero, basterà sfogliare il libro della smorfia (non per niente ogni ricevitoria del Lotto ne possiede uno a disposizione dei giocatori). I numeri della smorfia napoletana vanno da 1 a 90 (esattamente come i numeri del Lotto) e ad ogni numero corrisponde un’immagine o un avvenimento.